MINISTERO DEL
TESORO
Ufficio per l'informazione e i Rapporti con la Stampa
Roma, 4 dicembre 2000
Mutui: la
lettera della Banca d'Italia
Il ministro del
Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, Vincenzo Visco, ha
ricevuto dal Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, una lettera - qui
di seguito riprodotta - che riporta le valutazioni della Banca d'Italia sulle
implicazioni della recente sentenza della Corte di Cassazione, relativa ai
mutui bancari concessi a tassi fissi eccedenti il limite attualmente stabilito
per i tassi di usura.
Il ministro del
Tesoro ha trasmesso tale lettera al Presidente del Consiglio e, per procedere
alla valutazione degli aspetti operativi della situazione, ha chiesto la
collaborazione della Banca d'Italia per un ulteriore approfondimento sia sul
versante giuridico sia sulla valutazione delle implicazioni economiche della
sentenza stessa.
Ecco il testo della
lettera inviata dal Governatore Fazio al ministro del Tesoro Visco:
"Signor ministro
Il Suo Dicastero ha interessato
la Banca d'Italia sul tema dell'applicabilità della disciplina introdotta dalla
legge n. 108/96 ai contratti in essere all'entrata in vigore della normativa.
Sono state segnalate le preoccupazioni del sistema bancario derivanti
dall'applicabilità anche ai rapporti di mutuo a tasso fisso ancora in corso,
dei limiti di tasso fissati dai decreti ministeriali previsti dalla legge 108.
Sulla questione è stato richiesto il parere di questo Istituto.
La Corte di Cassazione è tornata,
in questi giorni, a pronunciarsi sulla materia. La sentenza stabilisce il
principio della nullità delle clausole dei contratti di mutuo a tasso fisso
recanti un saggio di interesse che risulta superiore alla "soglia" in
vigore nel trimestre in cui ha luogo il pagamento della singola rata.
L'ipotesi che un saggio di
interesse pattuito come fisso e non usuraio al momento della stipula del
contratto possa configurarsi usuraio a seconda dell'andamento dei tassi di
mercato può incidere pesantemente sull'andamento del sistema finanziario,
determinando gravi disfunzioni.
I mutui a tasso fisso
diverrebbero - unico caso tra i paesi avanzati - una sorta di mutui a tasso
variabile in cui lo stesso tasso può solo diminuire o, per effetto della legge
sull'usura, addirittura azzerarsi; ciò ogni volta che il tasso del mutuo in
essere risulti superiore al tasso soglia.
Per evitare ipotesi di
illegittimità di questi contratti, in un contesto di variabilità dei tassi nel
medio/lungo periodo, gli intermediari sarebbero tenuti a modificare - in senso
a loro sfavorevole - il tasso di interesse tante volte quanto sia necessario
per allinearlo alla nuova soglia; al contempo, un successivo innalzamento
potrebbe indurre gli intermediari a chiedere la riapplicazione del tasso
originariamente convenuto. Si innescherebbe una spirale di assoluta
indeterminatezza delle condizioni che regolano i rapporti di credito.
Verrebbero scardinati alcuni
principi del buon funzionamento dei mercati, con riflessi gravi per la nostra
economia. Verrebbe scalfita la tutela del risparmio. Gli operatori si
ritrarrebbero dall'attività di prestito a lungo termine con danni per
l'attività di investimento. I residenti si rivolgerebbero a intermediari
insediati in altri Paesi. Le banche estere potrebbero ritenere troppo rischioso
operare in Italia. L'effetto potrebbe, all'estremo, propagarsi anche alle
obbligazioni pubbliche e private.
Per le banche, l'impatto
economico della riduzione dei tassi di interesse sulle operazioni a tasso fisso
sarebbe molto rilevante, data la difficoltà di ridurre analogamente i tassi
sulle passività utilizzate per assicurare la provvista.
L'ordine di grandezza dell'onere
per il sistema bancario derivante dalla sentenza della Corte di Cassazione può
essere stimato attorno a 15.000 miliardi di lire, nel caso si consideri
praticabile l'ipotesi di ridurre i tassi dei mutui stipulati in passato al
livello dei tassi-soglia; potrebbe arrivare fino a 50.000 miliardi di lire, se
si dovessero annullare per intero gli interessi diventati nel tempo superiori
ai nuovi limiti.
L'orientamento della Corte di
Cassazione perviene a conclusioni opposte rispetto a quelle su cui si sono
basati in questi anni il mercato e le prassi operative delle banche, facendo
affidamento sulla generale interpretazione della non retroattività del
meccanismo dei tassi-soglia.
I problemi applicativi della
legge antiusura sono connessi con la circostanza che l'introduzione di un
sistema di limiti ai tassi di interesse non è stata accompagnata da una
disciplina che disponesse in ordine alla sorte dei contratti previgenti e di
quelli di durata prolungata; ciò invece avviene nella legislazione francese
alla quale pure la legge n. 108/96 si è ispirata.
A nostro parere un intervento,
chiarificatore, del legislatore appare indispensabile e urgente al fine di
rimuovere il rischio delle gravi disfunzioni sopra rappresentate.
Nell'inviarLe i migliori saluti,
Le rappresento di aver esposto le medesime considerazioni al Ministero della
Giustizia".